Referendum, obiettivo quorum. Scontro tra Pdl e opposizione.
por andrea em sábado, 11 de junho de 2011 às 19:40
Bersani: ce la faremo. Il centrodestra: quesiti strumentali, legittimo astenersi.
ROMA – Le scommesse sull’esito dei referendum (si vota domenica fino alle 22 e lunedì fino alle 15) riguardano esclusivamente il raggiungimento del quorum: per rendere valida la consultazione (4 i quesiti: uno sul nucleare, due sull’acqua pubblica e uno sul legittimo impedimento) dovranno infatti votare 25 milioni 209.346 elettori, ovvero la metà più uno degli aventi diritto, compresi gli iscritti nella circoscrizione estera: «E ora il quorum è un obiettivo a portata di mano», azzarda il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Il quale, rivolto a Silvio Berlusconi, ricorda cosa successe nel ’91 quando Bettino Craxi invitò gli italiani a disertare le urne sul referendum elettorale: «Qualcuno che invitava ad andare al mare l’abbiamo già visto, non so quanto possa fare bene alla causa di Berlusconi un appello del genere… In ogni caso, se c’è partecipazione, Berlusconi esce di scena».
La campagna referendaria per i «quattro sì» si è chiusa con una manifestazione a piazza del Popolo dalla quale, però, si sono tenuti alla larga i partiti del centrosinistra con le loro bandiere. In piazza si sono visti Bersani e il leader dell’Idv Di Pietro che ha ribadito come questo voto non deve essere considerato «un referendum su Berlusconi, per cui ai cittadini è chiesto un atto di responsabilità». Il quorum? «Nuota fratello, nuota, poi ne riparliamo…», ha risposto l’ex pm. Mentre il verde Angelo Bonelli, scaramantico, ha detto di essere «moderatamente ottimista».
Poche le voci del Pdl che, pur lasciando libertà di coscienza ai suoi elettori, parla di «quesiti strumentali». Il capogruppo Fabrizio Cicchitto dice che «sono legittime tutte le posizioni: quella di chi vota sì, quella di chi vota no e quella di chi si astiene». Ma un dato è certo: «Il tentativo di strumentalizzare i referendum dando un significato politico è del tutto destituito di fondamento. Non ci sarà alcun effetto sul governo». Eppure nel centrodestra qualcosa si muove dopo la dichiarazione di astensione di Berlusconi. Andrà a votare Domenico Scilipoti, leader del Movimento di responsabilità nazionale: «Sono antinuclearista convinto, sono per l’acqua pubblica e sul legittimo impedimento sto facendo una riflessione profonda. Vedremo… Berlusconi e Bossi non votano? Sono liberi di fare quello che vogliono».
Nel centrodestra andranno a votare, oltre ad Alessandra Mussolini, anche gli ex di An Fabio Rampelli e Marco Marsilio (tre sì sul nucleare e sull’acqua) mentre la governatrice del Lazio Renata Polverini dichiara il suo «sì» solo sul nucleare: «Faccio il mio dovere di cittadino, ritirerò tutte le schede». Chicco Testa, ex ambientalista convinto e ora presiedente del Forum nucleare italiano, andrà al seggio ma per ritirare «solo la scheda sul legittimo impedimento e non le altre tre». Un appello bipartisan arriva dal segretario dei radicali italiani, Mario Staderini: «Noi chiediamo in particolare agli elettori del centrodestra di votare sì al legittimo impedimento. Così, dimostrerebbero che per loro conta di più la riforma della giustizia, che così non funziona, piuttosto che la tutela del presidente del Consiglio». Rocco Girlanda (Pdl) rivolge un’interrogazione al ministro Maroni: «Quanto è costato ristampare le schede sul nucleare?».