Pubblicazione dell’Associazione per l’Interscambio Culturale Italia Brasile Anita e Giuseppe Garibaldi

Famiglia Cristiana critica il “metodo Boffo”

por andrea em terça-feira, 24 de agosto de 2010 às 13:39

 

Il Pdl: “Editoriale disgustoso, è pornografia”

Il settimanale dei paolini contro il Cavaliere: “Dimezza la costituzione, comanda solo lui. Chi dissente va distrutto”. Bondi attacca: “Offeso come cattolico”. Giro: “Argomenti indecenti”. Da Farefuturo appello ai berlusconiani delusi: “Con Bossi e Putin tradite la rivoluzione liberale della Thatcher e di Reagan”. Bocchino difende la sua proposta: “Non è strampalata”

ROMA – Famiglia Cristiana attacca. Il Pdl risponde. La regola del ”berlusconismo”? Per il settimanale dei paolini il ”metodo” seguito con l’ex direttore di Avvenire Dino Boffo parla chiaro: ”Chi dissente, va distrutto”.
A stretto giro arriva la replica di Sandro Bondi. “Soprattutto come cattolico”, dice il coordinatore del Pdl, “provo sentimenti di sconcerto e di disgusto dopo aver letto l’editoriale del direttore di Famiglia Cristiana”.

La Costituzione dimezzata. E’ il titolo dell’editoriale di “Famiglia Cristiana”, in edicola da domani. Nell’articolo Beppe Del Colle prende di mira il presidente del Consiglio e le sue recenti esternazioni sui “formalismi costituzionali”. ”Berlusconi ha detto chiaro e tondo che nel cammino verso le elezioni anticipate – qualora il piano dei cinque punti non riceva rapidamente la fiducia del Parlamento – non si farà incantare da nessuno, tantomeno dai ‘formalismi costituzionali'”.

Un’affermazione che, prosegue il settimanale dei paolini, contraddice il dettato della Carta. “Così lo sappiamo dalla sua viva voce: in Italia comanda solo lui, grazie alla ‘sovranità popolare’ che finora lo ha votato. La Costituzione in realtà dice: ‘La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’. Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro ‘formalismo”’.

L’affondo si fa più duro quando si parla del mondo cattolico. “La discesa in campo in Berlusconi”, scrive Del Colle, “ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato di spaccare in due il voto cattolico, (o, per meglio dire, il voto democristiano)”. La regola del berlusconismo sembra avere una regola: “se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: “il metodo Boffo” (chi dissente va distrutto) è fatto apposta.

Le reazioni. La replica del Pdl non si fa attendere. Il primo a commentare è il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. “La crisi della società italiana deve essere giunta a livelli di allarme”, commenta Bondi, “e la Chiesa stessa non ne è affatto immune, se perfino un settimanale cattolico giunge a tale accenti di unilateralità politica, di assenza di stile e di rinuncia alla moderazione“. Sulla stessa linea il sottosegretario Francesco Giro: “Da cattolico considero l’editoriale di Famiglia Cristiana una dimostrazione di pornografia politica per la scarsa decenza degli argomenti che vengono proposti”.

“Spiace constatare che Don Sciortino appare accecato dalla sua personale faziosità politica al punto tale da non riconoscere il valore pubblico che meritano i fondamentali principi cristiani, discrimine inesorabile dello stesso consenso elettorale”. E’ il commento del ministro del welfare Maurizio Sacconi. ”Penso che ormai Famiglia cristiana non faccia piu’ notizia. “Ogni settimana”, Famiglia Cristiana, “sembra diventata la fotocopia de ‘Il Fatto’ e de ‘L’Unita”, e non mi pare che questa sia la caratteristica di un settimanale cattolico”. Lo afferma il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi.

L’editoriale di Farefuturo. La rivoluzione liberale non può avere i volti di Gheddafi, Putin e Bossi. I moderati del Pdl devono rendersene conto e cambiare strada. E’ l’appello che arriva da “Farefuturo” in un editoriale pubblicato sul suo periodico online. Un invito indirizzato “ai berlusconiani moderati”, i ”non custodi del culto berlusconiano, non pasdaran, non addetti al ”massacro del dissidente”.

Una lettera aperta che parte da un’idea tradita: quella liberale, appunto. E che congiunge Margareth Tatcher e Ronald Reagan con Putin e Gheddafi. “Ve la ricordate – scrive Federico Brusadelli – la Rivoluzione liberale? Bei tempi. Ma adesso, siete così convinti, cari pidiellini ‘moderati’, che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi?”. Non manca un riferimento ai recenti “editti” contro i finiani. ”La Rivoluzione liberale è quella racchiusa nel documento del 29 luglio, con cui il Pdl espelle uno dei fondatori?”.

E poi c’e’ il capitolo Lega, il verso bersaglio della fondazione vicina al presidente della Camera. ”Davvero pensate – continua Ffwebmagazine – che la Rivoluzione liberale possa essere appaltata alla Lega Nord? A Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli?”. Una domanda con una risposta scontata. “Davvero volete che le vostre idee e i vostri progetti (ma anche, soprattutto, i vostri seggi, parliamoci chiaro….) si tingano di verde padano?”. La risposta e’ secca: ”No”.

Fli non rischia il posto nel Ppe. Non sono gli amici di Gianfranco Fini a rischiare l’espulsione dal Partito Popolare europeo per i trascorsi ”nostalgici” del presidente della Camera. Al contrario questo potrebbe accadere tra qualche anno al Pdl se proseguira’ la sua china populista. E’ questa la tesi sostenuta in un altro articolo pubblicato da “Farefuturo”. ”E’ da mesi – si legge nell’articolo firmato da Antonio Rapisarda – che la vulgata negli ambienti politici e giornalistici di destra dipinge come ‘eretico’ e ‘di sinistra’ il percorso di Gianfranco Fini”. Un rischio che secondo la fondazione vicina al presidente della Camera, sarebbero però altri a correre. “Con un Pdl”, scrive Rapidarda,  “che in Italia, e non solo, e’ giudicato più populista che popolare siamo sicuri – conclude Farefuturo – che fra cinque anni un partito che segua questa china sarà ancora nel Ppe?”.   

Bocchino difende la sua proposta. Una proposta “tatarellian-berlusconiana”. Con questa formula Italo Bocchino difende la sua idea di formare una nuova maggioranza con i centristi e i delusi del Pd. Il riferimento è alla critica ricevuta dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. “Mi dispiace che l’amico Altero Matteoli consideri ‘strampalata’ la mia proposta di allargare il governo oggi formato da Pdl, Lega, Fli e Mpa ad altri soggetti”. E’ la replica dei presidente dei deputati di Fli. “La mia è la riproposizione della teoria tatarelliana di ‘oltre il polo’ con l’obiettivo di unire il 65% degli italiani non di sinistra. Tra l’altro prima di me e con più forza questa strategia l’ha tentata il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di cui Matteoli è ministro, amico e collaboratore”, conclude Bocchino.

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