Pubblicazione dell’Associazione per l’Interscambio Culturale Italia Brasile Anita e Giuseppe Garibaldi

D’Alema: governo d’emergenza Bersani, Franceschini, Bindi: Pd pronto

por andrea em sexta-feira, 16 de julho de 2010 às 11:56 D’Alema: governo d’emergenza Bersani, Franceschini, Bindi: Pd pronto

In una delle giornate più difficili che Berlusconi si è trovato ad affrontare da quando è al governo, Massimo D’alema affida al Corriere della Sera la sua riflessione sul bilancio fallimentare» di un esecutivo« che «pone il Paese in una condizione d’emergenza». Da qui l’invito «a tutte le forze politiche» di un’assunzione di responsabilità «senza scorciatoie». E’ una situazione dalla quale non si esce «attraverso una soluzione giudiziaria, come può immaginare una certa parte dell’opposizione» oppure «attraverso una campagna moralista e giustizialista». Bisogna fare un salto di qualità politica ma «è escluso possa farlo Berlusconi» la cui «parabola politica è finita». E, quindi, c’è bisogno di «un nuovo patto per la crescita» come negli anni ‘90 che porti ad un governo di transizione che lavori su obbiettivi precisi come «la legge elettorale e la realizzazione di un compromesso ragionevole tra nord e sud in materia di federalismo».

Argomento, quest’ultimo, che sta molto al cuore alla Lega e che sarebbe stato uno dei temi, con relativo impegno per l’attuazione, al centro dell’incontro nei giorni scorsi tra il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e Umberto Bossi. Passerà ancora una volta per la Lega la possibile crisi del governo Berlusconi? Bossi ieri sera, lasciando la Camera, si è affrettato a dire «ma quali larghe intese… Ci siamo noi e Berlusconi: siamo partiti in un modo e continuiamo così». Ma l’argomento federalismo non può restare fuori dall’agenda di un’opposizione che intende impegnarsi su possibili scenari futuri.

Le reazioni

«Siamo pronti a dare il nostro contributo ad una fase di passaggio, di superamento di questi anni di berlusconismo» ha detto Bersani, ricordando che «oggi il tema è che le forze più responsabili della maggioranza si rendano conto che non c’è un governo con in mano la situazione». Anche Dario Franceschini, leader della minoranza Pd, ha mostrato di condividere la proposta di D’Alema «largamente condivisa nel partito» anche se un governo di transizione non «deve mettere in discussione il bipolarismo che è e resta una nostra priorità». «Se ci venisse chiesto dal Capo dello Stato di partecipare ad un governo che definirei di “salute pubblica”, il Pd, che è un partito responsabile a cui sta a cuore l’interesse generale, mentre lavora all’alternativa potrà valutarlo con attenzione». Così Rosy Bindi. Nel Pd freddi sulla proposta si sono mostrati Pippo Civati e Debora Serracchiani. Per Arturo Parisi quella di D’Alema è «la ricetta di sempre».

Per Pier Ferdinando Casini «c’è modo e modo di fare opposizione: si può fare testimonianza politica, che è destinata a non incidere, oppure lavorare per favorire i processi politici» ma è evidente che «non tutti nel Pd vogliono stare in panchina». Francesco Rutelli, leader dell’Abi, non vede vicina la fine del governo. «Forse tra un anno al fine di un lento processo di logoramento che porterà al collasso per mano della Lega. A quel punto potrebbe esserci un “governo del presidente” che dovrebbe affrontare innanzitutto il tema della legge elettorale». Antonio Di Pietro, come prevedibile, non ci sta: «Le larghe intese se le facessero loro, i cambia bandiera della maggioranza e la parte finta dell’opposizione».

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