Pubblicazione dell’Associazione per l’Interscambio Culturale Italia Brasile Anita e Giuseppe Garibaldi

Conto alla rovescia per il contratto ma resta il nodo Fiom per Pomigliano

por andrea em terça-feira, 3 de agosto de 2010 às 10:00

 

TORINO – Il contratto dei lavoratori dell´auto potrebbe nascere con la benedizione di Comunione e liberazione. In Confindustria si ritiene probabile che già al meeting di Rimini gli sherpa di Federmeccanica e dei sindacati firmatari dell´accordo Fiat di Pomigliano possano aver preparato un testo di massima sufficientemente solido da poter essere annunciato pubblicamente. L´occasione sarebbe l´annuale appuntamento organizzato da Cl sulla costa romagnola: l´intervento di Sergio Marchionne è previsto per martedì 24 agosto mentre quello di Emma Marcegaglia è in programma il giorno successivo. In sostanza, il tempo stringe. Nei prossimi giorni è prevista una riunione informale di Fim, Uilm, Fismic e Ugl, i sindacati firmatari dell´intesa di Pomigliano, per definire le proposte da avanzare, presumibilmente entro fine settimana, agli uomini di Federmeccanica. Contemporaneamente sono in corso consultazioni, sempre informali, con il ministero del Lavoro.

I nodi da sciogliere sono numerosi e complessi. Il primo riguarda l´ambito di applicazione del nuovo contratto. Si fa presto a dire auto. Ne fanno certamente parte i lavoratori degli stabilimenti di produzione e quelli delle aziende dell´indotto. Ma dove si fermi l´indotto è più difficile da stabilire. In teoria l´area di applicazione è molto vasta: va dai siderurgici che producono la lamiera al benzinaio che riempie il serbatoio. Anche restringendo il campo, i lavoratori della Pirelli che realizzano i pneumatici fanno o non fanno parte del comparto dell´auto? O possono rimanere inquadrati nel (più vantaggioso) contratto dei chimici? Il secondo nodo è quello dei tempi. L´attuale contratto (separato) dei metalmeccanici scade il 31 dicembre 2012: entro quella data non si potrebbe fare nulla per modificare l´attuale normativa se non sulla base dell´accordo sul nuovo sistema contrattuale del gennaio 2009, non firmato però dalla Cgil.

Per gli sherpa al lavoro in questi giorni si apre dunque una questione complessa: come realizzare queste modifiche profonde nel sistema contrattuale delle aziende metalmeccaniche contro l´opinione della Cgil e della Fiom che è certamente il sindacato più rappresentativo negli stabilimenti? Un problema che si sta già ponendo a Pomigliano dove, com´è noto, la Fiom non ha accettato la proposta di accordo della Fiat. La newco che nascerà nello stabilimento campano e che per ora non aderisce a Confindustria potrà avere un contratto che si basa su un´intesa non sottoscritta da tutti i sindacati? Roberto Di Maulo, segretario nazionale del Fismic, avanza una proposta: «Il governo potrebbe emanare un decreto che recepisce uno degli articoli del progetto di legge Ichino giacente in Parlamento. Con il decreto si potrebbe decidere che un contratto è valido se viene firmato dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali presenti in fabbrica ed approvato dalla maggioranza dei lavoratori. In questo modo anche la minoranza che non è d´accordo si dovrebbe adeguare». Un´altra strada di cui si starebbe discutendo in queste ore sarebbe quella di rifarsi nella newco a quanto prevede il solo Statuto dei lavoratori senza rispettare l´accordo interconfederale del ‘93 lasciando così ai soli sindacati firmatari dell´accordo di Pomigliano il diritto di esercitare la loro attività in fabbrica. Ipotesi estreme che non piacciono troppo nemmeno in viale dell´Astronomia dove si ritiene che l´idea di “defiomizzare” una fabbrica finirebbe per rafforzare proprio il sindacato dei metalmeccanici della Cgil.

Sui tentativi di modificare il sistema contrattuale alla Fiat è intervenuto ieri pomeriggio il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: «Va bene immaginare un contratto nazionale più leggero e contratti decentrati più impegnativi. Ma non possiamo pensare di portare l´Italia in America. Dobbiamo lasciare l´Italia in Europa evitando di minare un elemento di coesione come il contratto nazionale di lavoro. E sarebbe utile che il governo su questo punto facesse sentire la sua voce invece di balbettare». (Paolo Griseri)

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