Casini: “Serve governo di armistizio Ma non mi fido di Lega e premier”
por andrea em domingo, 21 de novembro de 2010 às 12:21
Il leader Udc apre alla possibile entrata dei centristi nell’esecutivo: “Tutti ci chiedono di sederci al tavolo e ci siederemo a discutere, ma solo per cambiare davvero: basta politica degli spot, non ci piacciono i leghisti e le promesse di Berlusconi”
MILANO – Pier Ferdinando Casini apre alla possibilità di un ingresso dell’Udc nella maggioranza di governo. Ma pone condizioni, alza la posta, si affretta a spiegare che lo fa solo perché il mondo cattolico e quello dell’economia gli chiedono un atto di responsabilità. E di fatto chiede l’uscita della Lega dall’esecutivo. Secondo Casini serve “un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale. Per tre-quattro anni bisognerebbe non pensare a chi vince le elezioni ma governare facendo anche scelte impopolari. Basta politica degli spot”.
Parole chiare, quelle del leader Udc dal palco dell’assemblea nazionale di Milano, sulla valutazione del governo in carica e dei suoi componenti: “Non ci piace questo governo, non ci piace la Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi. Se vogliono cambiare ci siederemo al tavolo, ma ci aspettiamo fatti, non chiacchiere. Siamo stati due anni e mezzo all’opposizione non per partito preso o solo per coerenza elettorale ma per un giudizio negativo sulla politica degli spot”.
Come reagirà Bossi? Ed è pensabile un “Berlusconi-bis” con dentro Udc e fuori la Lega? Comunque Casini spiega questa apertura solo per senso del dovere verso la Nazione: “Gran parte del mondo dell’industria, dei sindacati e del mondo cattolico – ha detto – ci dicono di entrare nel governo per senso di responsabilità. Noi non possiamo stare sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere perché il cadavere è l’Italia e noi siamo italiani, ma possiamo aiutare solo a condizione che le cose cambiano davvero”.
Casini invita poi a non parlare di terzo polo, per non partire già subalterni, ma di “nuovo polo”, e attacca il bipolarismo. “Chi ci aveva detto che la soluzione era il bipolarismo e poi addirittura il bipartitismo – ha detto il leader centrista all’assemblea dell’Udc – è stato smentito dai fatti”. Il problema che si porrà dopo il voto di fiducia di dicembre ha detto Casini ribadendo la necessità di cambiare la legge elettorale, “è che questo meccanismo politico e istituzionale non sta in piedi, costruisce armate che vincono e elezioni e il giorno successivo non riescono a governare”. A Berlusconi dice che “rischia di fare la fine di Prodi”, il cui ultimo governo cadde dopo due anni. Causa di questa instabilità non è certo l’incapacità degli stessi Prodi e Berlusconi, per il leader centrista, ma del bipolarismo: un “meccanismo politico e istituzionale che non sta in piedi”.