Bersani: «Nessuno potrà rubarci la vittoria» Il segretario del Pd: «Siamo i primi in 92 Comuni su 177»
por andrea em segunda-feira, 21 de maio de 2012 às 20:38
MILANO – A Pierluigi Bersani è bastata un’occhiata ai dati appena confermati dal ministero: «Il Pd e il centrosinistra vincono le elezioni, i democratici non accetteranno che qualcuno tenti di «rubare la vittoria». Il segretario Pd ha fatto in conferenza stampa un rapido riassunto del voto alle amministrative: «Questo è il risultato dei ballottaggi, 177 Comuni al voto sopra i 15mila abitanti, 92 vinti dal centrosinistra, l’altra volta erano 45. Questi sono i fatti. Quindi noi, senza se e senza ma, abbiamo vinto le elezioni amministrative dell’anno 2012. Capisco il simpatico tentativo, anche in queste ore, di rubarci la vittoria, ma non sarà consentito. Abbiamo avuto risultati incredibili, straordinari. Vorrei anche smentire l’idea che noi con Grillo perdiamo: a Garbagnate abbiamo vinto».
I GRILLINI – Per Bersani il dato di Parma può oscurare il quadro complessivo: «Credo non sia corretto interpretare queste elezioni amministrative solo in quella chiave. Mi pare emerga con tutta evidenza che esiste una forza politica in questo paese capace di aggregare forze civiche, avere un’affermazione molto netta e di essere al confronto con le novità».
A PARMA – Anzi, nella realtà dove ha vinto il movimento 5 Stelle il Pd si presentava da sfidante, e non da vincitore uscente: «Ci sono comuni come a Parma e a Comacchio dove noi abbiamo non vinto perché vorrei ricordare che Parma e Comacchio erano governati dal centrodestra. Ho sentito La Russa compiaciuto perché a Parma hanno votato Grillo e so che Grillo pone domande a cui rispondere ma non è corretto interpretare il voto amministrativo solo in questa chiave».
LA SFIDA SUL LAVORO – Grillo resta comunque la pietra di paragone, l’avversario da battere alle prossime elezioni, dopo il crollo di Pdl e Lega: «A questo punto gli slogan servano a poco, bisogna dire alla gente cosa si vuol fare sul serio», ha spiegato il segretario del Pd. «Bisogna ingaggiarsi sulle novità del Paese, mostrare una buona politica e il volto di un partito riformatore che metta insieme cambiamento e credibilità», ha aggiunto. «C’è un punto inevaso, anche nella proposta di Grillo, che si chiama lavoro», ha assicurato, «se vogliono un terreno su cui confrontarsi io scelgo questo: il lavoro e gli assetti della democrazia».