Pubblicazione dell’Associazione per l’Interscambio Culturale Italia Brasile Anita e Giuseppe Garibaldi

Dopo lo «spariglio» contro Mario Monti, Vendola ricarica le primarie

por andrea em sábado, 19 de fevereiro de 2011 às 9:42

 

SANTA ALLEANZA Incontro D’Alema-Maroni. Il Pd insiste con la «grande coalizione» e offre a Fini e Lega semipresidenzialismo e federalismo

«Hai visto, abbiamo fatto saltare l’operazione Mario Monti», gongolano nel quartiere generale di Sinistra e libertà. Secondo Vendola e i suoi, lo «spariglio» nel centrosinistra è riuscito.
La «santa alleanza» Pd-Fini-Casini a guida moderata (dal presidente della Bocconi, appunto) per ora sembra scongiurata. In più, almeno secondo il presidente pugliese, il «siluro Bindi» ha rotto la complessa tela che Massimo D’Alema tesseva da mesi (e tesse ancora) con il «terzo polo». Un dalemone che secondo alcuni si è spinto fino a un «patto» con Fini su una riforma costituzionale semipresidenzialista sul modello francese. Un progetto che renderebbe i centristi l’ago della bilancia a danno della sinistra su cui nella Lega si è speso non poco soprattutto Roberto Maroni se accompagnato dal federalismo. Lo stesso Maroni che, guarda caso, ha ricevuto a lungo ieri mattina al Viminale proprio Massimo D’Alema. Nel Pd, nonostante i no pubblici e sonori di Casini, Fini e Bossi, i tentativi di una «grande coalizione» sulle riforme e l’economia vanno avanti eccome. Non a caso Bersani fa finta di niente: «Noi teniamo ferma la nostra proposta: oltre Berlusconi c’è l’incontro tra progressisti e moderati. Poi ognuno si prende le sue responsabilità».
Mentre il Cavaliere «arruola» deputati come e più di prima, la convinzione generale è che le elezioni anticipate siano più lontane. Perciò come in un surreale gioco dell’oca a porte chiuse, si torna alle caselle di partenza. Secondo Vendola la «mossa del cavallo», concordata con Bertinotti e pochi altri, è riuscita. I dubbi non sono mancati nemmeno tra i compagni da una vita dell’ex presidente della camera, come rivela un articolo di Alfonso Gianni sul Riformista.
Il problema per Sel ora è «riapparigliare» la partita che la riguarda da vicino, quella delle primarie. E infatti Vendola dopo due giorni di astinenza sull’argomento avverte i naviganti: «Non penso neanche lontanamente di fare un passo indietro sulle primarie – dice a Milano per un evento della regione Puglia – ho fatto il nome di Rosi Bindi perché quello è l’unico caso in cui si capisce che si sta facendo una coalizione ed eventualmente un governo che ha obiettivi limitati per una fase provvisoria». Alla faccia del viva le donne. Tutto come prima, più di prima.
A Bari raccontano che anche lì la mossa del governatore su Repubblica ha fatto saltare più di una sedia. Ne erano a conoscenza in pochissimi e non sono state poche le discussioni e i dubbi espressi anche nell’hub centrale delle «fabbriche di Nichi». La fiducia però è massima e si lavora ventre a terra. Il governatore ha già in agenda due appuntamenti importanti in cui la sua campagna entrerà nel vivo lanciando anche le prime proposte programmatiche. Il primo il 27 febbraio a Roma, al Tendastrisce, una mega struttura da 4mila posti, sarà tutto all’insegna del giallo, rosso e blu, guarda caso i «colori primari» dell’iride. Il secondo a fine marzo a Milano, è concentrato invece sull’economia.

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